Oggetto:  Singolare assegnazione di personale di Polizia Penitenziaria 

La scrivente O.S. interviene su un delicato argomento che è quello di assegnare impropriamente  unità di P.P. , nel caso in specie “Preposto Ufficio accettazione colloqui famigliari”, senza aver formulato nessuna ipotesi di interpello in tal senso e senza aver dato parvenza di sollevare dall’incarico il Preposto reggente attualmente non in servizio, che prima di essere sostituito andrebbe sollevato dall’incarico laddove ve ne fossero i presupposti. Entrando nel caso specifico, si lamenta alcuni passaggi che la Direzione dell’Istituto attua frequentemente scegliendo il personale a prescindere da tutto e tutti, provvedendo senza dare né comunicazione né spiegazione ( sulle scelte effettuate ), agendo ad personam.

Appare evidente che qualcosa non torna e allora ci si chiede:  come mai la scelta è ricaduta su tale unità? Sarà un incarico temporaneo  oppure permanente? Tutto questo non è dato sapere! La Direzione da alcuni giorni tace e si va avanti a forza di inerzia.

 Nel frattempo , la scrivente O.S. esprime  alcune considerazioni: 

  • laddove l’assegnazione sia temporanea, ovvero serve a sostituire il sottufficiale attualmente fuori servizio e tale scelta potrebbe anche essere condivisa, c’è da chiedersi però, e lo ribadiamo, come mai la scelta sia caduta su una specifica unità che tra l’altro da poco risulta già inserita presso la segreteria dell’Istituto quale vincitore di interpello?
  • laddove l’assegnazione sia avvenuta per cause indipendenti dalla volontà della Direzione ( vedasi collocazione in servizio di personale che non espleta attività lavorativa “operativa” ), la scelta non sarebbe assolutamente condivisibile e va contestata vivamente in quanto, di solito, simili provvedimenti tendono ad essere intrapresi quando il dipendente deve essere ricollocato in servizio e non può essere impiegato in posti di servizio operativi. In tal caso la Direzione può assegnare il dipendente in altri posti ( il D.A.P. ne individua di suo e la Direzione può scegliere dove collocare il dipendente ), purchè la conferma di non espletare attività lavorativa non operatività, sia giudicata e data da un organo competente. Teniamo a ribadire che, se fosse stata effettuata tale scelta in concomitanza di quest’ultimo caso, tale scelta sarebbe inappropriata in quanto il posto di servizio in questione, nelle sue specifiche peculiarità, ha caratteristiche palesementi operative che stridono e non giustificano siffatta scelta da parte della Direzione ( a tal proposito vedasi funzioni e attribuzione del Preposto all’ufficio accettazione colloqui ). 

Pertanto, per una attenta ed oculata gestione delle risorse  umane, nonché per la salvaguardia dei diritti acquisiti dai lavoratori tutti laddove non si potesse prestare attività lavorativa a livello operativo ( la nostra vuol essere solo una ipotesi ), ci si auspica che la Direzione voglia con celerità  rivalutare l’attuale assegnazione, nel contempo valutare alternative opportune che consentano il regolare impiego del dipendente al fine di tutelarne l’esatta collocazione in servizio.

Nell’attesa di cortese urgente riscontro, porgo cordiali saluti.

 

 

Fabio Pagani (Segretario Regionale UIL-PA PENITENZIARI Liguria)